giovedì 28 marzo 2013

Architettura Parametrica


Riflettendo sulla lezione sull'architettura parametrica ho subito pensato alle opere di Pier Luigi Nervi,in particolare al suo approccio scientifico nell'affrontare il progetto di architettura.La prima immagine mentale è stata la serie di hangar da lui costruiti.La difficoltà di gestione di questo tema dove il rapporto tra forma e funzione viene affrontata con rigore matematico portando al limite le possibilità del materiale da costruzione.La funzione diventa necessità che spinge il progettista a portare al limite il calcestruzzo armato creando uno sviluppo spaziale della struttura di concezione visionaria.


Come approccio contemporaneo al mondo del parametrico non ho potuto fare a meno di pensare alle opere di Toyo Ito.Riporto la Serpentine Gallery.Questo padiglione è stato concepito interamente come sviluppo spaziale ottenuto dalla rotazione di un quadrato tramite un algoritmo matematico.Lo spazio stesso dell'esposizione è una diretta conseguenza di una serie di input matematici.

domenica 17 marzo 2013

Loading City (Crisi)-Natura/Architettura/Informazione


Trovarsi a riflettere sul concetto dicrisi è una situazione più che mai attuale. La condizione degliultimi anni è senza dubbio pienamente racchiusa in questa parola.Siamo la generazione della crisi,quel ritaglio di società definito“senza futuro” a causa di una crisi sociale,economica e morale suscala globale.
Nel momento in cui il Prof. Saggio ciha proposto questa digressione nell'ambito del corso Cad13 mi èvenuto naturale sentirmi in qualche modo sollevato. Questa sensazionemi ha turbato: come si può concepire in maniera positiva il temadella crisi?...di una qualsiasi crisi! In questa riflessione èracchiuso il significato profondo di un percorso che parte da unmomento di difficoltà e tramite una rivoluzione porta allasoluzione.
A questo punto sorge la difficoltà discegliere un tema tra tanti, qualcosa che vada necessariamenteaffrontato. Neanche il tempo di riflettere su questi pochi punti e mitrovo in una personalissima crisi nel gestire il concettostesso!Con un minimo di irritazione dovuta a tale constatazione alzogli occhi e mi accorgo di essere ancora bloccato alla fermata deltram senza la minima traccia del mezzo in arrivo. Ulteriormenteinfastidito dalla situazione sgradevole comincio a guardarmi intorno...le mie riflessioni si muovono sul tema città come per deformazioneprofessionale. Improvvisamente mi viene in mente un' immagine vistagiorni prima in rete e mi accorgo tristemente di “camminare”nella crisi! La città è una delle crisi più evidenti di questosecolo, così decido di affrontare il tema.

Il nostro modo e quello dellegenerazioni prima di noi di fare città ha portato a delleproblematiche che sembrano ormai ingestibili. Il sistema antropico danoi creato si pone in diretto conflitto con quelle risorse che sonoper noi indispensabili. Riflettere su questo genere di difficoltà miporta alla mente un passaggio tratto dal film "The Matrix" dove in undialogo tra i due personaggi cardine della trama l'essere umano vienedescritto come una malattia, un “cancro” capace di avvelenare lerisorse con cui viene in contatto. Anche se in maniera piuttostobrutale questa descrizione si rivela in realtà non del tutto errata.
Il tema preso in questo modo sipresenta molto vasto. Nella mia personale riflessione decido diritornare a qualcosa di concreto, di reale e tangibile all'internodella realtà che mi trovo a vivere.
Questa posizione mi porta così aparlare di Roma e per non allontanarmi troppo dagli obiettivi delcorso voglio impostare una breve riflessione sul rapporto della cittàcon il suo fiume riallacciandomi così a “Tevere Cavo”.
Decido di trattare questo temaconsapevole della sua ampiezza ma motivato da studi passati propriosu queste problematiche. Questo testo non vuole essere che unospunto, quasi propedeutico per affrontare il progetto previsto dalcorso.
La crisi che voglio sottolineareparlando di Roma e del suo fiume è l'atteggiamento di chiusurasempre più diffuso nel corso degli anni nei confronti di questagrande risorsa. Durante i miei studi universitari ho affrontato piùvolte il tema del Tevere sopratutto come presenza forte nel tessutourbano. Il tessuto di Roma si è spesso sviluppato in contrasto conil sistema naturale creando un rapporto di conflitto con quello chepoteva essere invece un punto di forza. Un compito importante per lanostra generazione e quindi per noi Architetti sarà quello diricreare il legame con le risorse naturali presenti sul territorio.

Concept:

Natura/Architettura/Informazione. Comepuò tradursi questa relazione in qualcosa di concreto?
Il concept diventa una riflessionenecessaria per affrontare questa sfida. Come può legarsi il temaInformazione/Tevere Cavo?
La mia proposta si basa appunto sulla necessità di impostare nuove connessioni con il sistema biofisicodel Tevere portandolo ad essere un punto di forza all'interno delsistema complesso di informazioni che è la città stessa! Il Teverediventa legante, un “nastro” trasportatore di informazioni checonnette il tessuto. Un evoluzione dell'idea di piazza dove il flussodiventa incontro. L'immagine che riporto vuole in qualche modo sottolineare la volontà comune di creare un rapporto forte con il "Sistema Tevere" in questo caso con una manifestazione estiva che sceglie come scenario il fiume stesso.
Viviamo nell'era dell'informazione e siamo completamente partecipi al processo che ha trasformato la nostra capacità di relazionarci.Come la mela anche noi siamo al 90% informazione tralasciando purtroppo aspetti fondamentali del nostro percorso.Ripartire quindi dalle connessioni per affrontare questa crisi può essere la soluzione vincente.

lunedì 11 marzo 2013

La via dei Simboli: Primo ToDo


Qual è la via dell’architetto contemporaneo? Questa domanda diventa fondamentale per impostare un discorso sulla connessione tra modernità e contemporaneità!
Gli architetti del movimento moderno hanno costruito il loro percorso realizzando architetture funzionali, macchine che volutamente esaltavano il mondo industriale, fuggendo l’idea di un “Simbolo”. Il simbolo rappresentava un’imposizione che l’architetto moderno  disprezzava facendo della “funzione” il fulcro della sua poetica.
Nonostante questo atteggiamento si pone in contrapposizione con la nostra società basata sull’informazione va riconosciuto il grande merito dell’architettura moderna e con essa dei suoi grandi maestri: aver creato “il Nuovo” come risposta ad una crisi profonda.
La nostra epoca è segnata da una dipendenza da informazione. Ogni aspetto della nostra vita e della nostra evoluzione futura è basato su un flusso di informazioni. L’architettura come affronta questa necessità di informare?  L’oggetto architettonico si allontana dalla sua accezione materiale per divenire un condensato di informazioni in rapporto con la società stessa.
L’edificio diviene simbolo contrastando l’idea forma/funzione, si libera da paradigmi stilistici affrontando problematiche complesse senza rinunciare ad una carica poetica fulcro del suo modo di comunicare. L’architetto di oggi stabilisce un legame con la sua opera, comunica attraverso di essa cercando di stabilire un dialogo  con la società. L’architetto diventa narratore tracciando quasi un percorso, recuperando il concetto di simbolo privo della sua accezione religiosa o politica.
L’architettura è specchio della società dell’informazione divenendo essa stessa flusso di informazioni in diretta comunicazione con il contesto e con la società facendo dell’elemento architettonico una “cucitura” fondamentale nella città contemporanea.
La via dell’architetto contemporaneo è quindi definita nella necessità di comunicare, nella volontà di creare un simbolo dove la materia non è la parte fondamentale ma elemento carico di significato.
Questo nuovo modo di creare architettura è chiaramente leggibile nelle opere di architetti come Frank Gehry o Daniel Libeskind che fanno dell’informazione il centro della loro opera.